Il 9 agosto 2003, dunque,
nell’ambito dei corsi di perfezionamento musicale dell’
Accademia Chigiana di Siena, si tiene il concerto
finale del corso di Composizione. La
fisarmonica appare in tre tra i dieci brani in programma;
più precisamente, in Aussi les cristaux s’évaporent…
di Michele Epifani, Item di Vincenzo Gualtieri e
Clouds gang di Salvatore Piras.

Aussi les cristaux s’évaporent…è
un trio per violino, fisarmonica e percussioni. Si tratta
di un brano di grande spessore: l’autore ci propone una
meditazione …sull’Autore stesso! Il quesito
fondamentale è quanto il compositore possa (o debba)
controllare il fluire della propria musica. Dal punto di
vista strumentale, il brano brilla per diverse idee
d’insieme: spicca l’intuizione singolare di sfruttare
le possibilità di battimenti che il suono della
fisarmonica offre nel registro più grave quale elemento
articolativo. Esso viene poi ripreso dal percussionista,
infatti; è un fenomeno fisico a determinare il gioco
d’assieme, e l’antico musizieren è dunque rivissuto
in una veste del tutto originale.
Item
è un brano per fisarmonica sola, quindi investe
l’interprete di un protagonismo assoluto; l’autore
richiede all’esecutore grande perizia tecnica, poiché il
brano si potrebbe riassumere in due gesti strumentali: da
una parte, il controllo del suono, dall’altra,
la velocità digitale. Il primo gesto viene esposto con
l’apparizione di armonie statiche che devono scaturire
dal nulla, e ritornare al nulla dopo una
riverberazione che ricorda sonorità organistiche; il
secondo propone un continuum virtuosistico di note
che si rivelano fioritura su suoni-pedale anch’essi
di ascendenza organistica. Ma c’è di più: anche Vincenzo
Gualtieri arricchisce il proprio brano con suggestioni
intimamente strumentali, quali sono il caratteristico
soffio del mantice della fisarmonica, e il
vibrato, altra peculiarità fisarmonicistica. Esso
infatti, a differenza del vibrato degli strumenti
ad arco, è prodotto dalla variabilità nell’intensità del
suono, e non dalla variabilità nell’intonazione dello
stesso.
Clouds gang
è, infine, il brano che ha visto riunito tutto il
quintetto componente l’ensemble. Salvatore Piras ha
saputo, peculiarità propria, interpretare la plasticità
dinamica che la compagine strumentale gli offriva, in una
dimensione ligetiana, per citare le parole
introduttive dello stesso docente del corso, il Maestro
Azio Corghi. |